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Il mio compleanno - Recensione: il dolore di non essere visti

Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Biennale College arriva in sala la convincente opera prima di Christian Filippi

Il mio compleanno è l'esordio alla regia di Christian Filippi: presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, il film è distribuito in Italia da Cattive Produzioni. 

 

Cosa si cela dietro un ragazzo che compie il gesto estremo di salire su un tetto e minacciare di buttarsi?

Quali emozioni gli attraversano la mente mentre urla disperato sperando che ci sia qualcuno a sentirlo?

 

[Il trailer de Il mio compleanno]

 

 

Il protagonista de Il mio compleanno è Riccardo (Zackari Delmas), un ragazzo di quasi diciotto anni che da quattro vive in una casa famiglia.

 

Insieme a lui altri ragazzi che condividono le stesse condizioni: chi è stato abbandonato, chi ha perso i genitori; nei loro volti si percepisce l’incertezza e la malinconia di non avere un loro spazio definito nel mondo. 

Riccardo freme dalla voglia di ricongiungersi con la madre Antonella (Silvia D’Amico), donna che soffre di disturbi mentali e che è ricoverata in una clinica; il sogno idealizzato di poter ricostruire finalmente la sua famiglia porterà Riccardo a rischiare di perdere tutto pur di realizzarlo. 

 

Ne Il mio compleanno la macchina da presa è costantemente puntata sul personaggio principale, pronta a cogliere ogni suo sbalzo emotivo, ogni tentativo di attirare l’attenzione di Simona, la sua tutrice, o di Antonella, sua mamma.

Due donne così diverse che mettono luce sulle ferite scoperte del protagonista: la prima gli ricorda che merita amore, la seconda è reticente a darglielo.

 

Ricca' tu vuoi fa' crede a tutti che sei un perdente, ma non sei un perdente”, gli ripete Simona mentre prova a spronarlo a credere in un futuro migliore, un futuro che ha posto anche per lui, un futuro che può costruire anche da solo. 

Riccardo però non ci crede, tenta di tenersi a galla aggrappandosi all’idea che riuscirà a ricongiungersi con sua madre ed è questo l’unico pensiero che sembra tenerlo vivo. 

 

Il protagonista de Il mio compleanno è un ragazzo profondamente solo che cerca di essere visto, che prova in tutti i modi a ottenere dalla madre un gesto, un segno, una carezza, una conferma, seppur piccola, dell’amore che lei prova per lui.

Conferma che non arriva mai.

Il figlio pretende e si prende con una forza disperata e rassegnata tutte le dimostrazioni d’affetto che la mamma non gli ha mai dato; prova a stringerla, pur consapevole di avere tra le braccia un corpo che sembra rifiutarlo. 

 

Nonostante sia estremamente gelosa di lui e lo consideri una cosa “sua”, Antonella non posa mai lo sguardo su Riccardo, rimane rigida davanti ai suoi abbracci, ignora i suoi tentativi di ottenere una vicinanza emotiva. È una donna che appare egoista ed estremamente fragile allo stesso tempo e tutta questa fragilità si percepisce nel momento in cui, ballando con suo figlio, le lacrime si mischiano alle risate, in una danza in cui si avverte in maniera estremamente tangibile la disperazione di due corpi che si cercano, provano a mischiarsi ma non si trovano mai realmente.

 

 

[Zackari Delmas in una scena de Il mio compleanno]

 

 

Christian Filippi al suo esordio alla regia si dimostra molto promettente e riesce a mio avviso a portare sullo schermo la condizione di vita che oggi interessa molti giovani che, abbandonati, annaspano sperando di essere considerati dai propri genitori.

 

Giovani che crescono con la difficoltà di chi non si è mai sentito pienamente accettato, di chi ha l’urgenza di essere validato. 

Il mio compleanno riesce a convincere anche grazie alle interpretazioni dei due protagonisti: Silvia D’Amico e la sua Antonella svampita, persa e vulnerabile e Zackari Delmas, già visto in Una sterminata domenica, che porta sullo schermo tutta la verità di chi sta emergendo adesso. 

 

Se dovessi fare un appunto al film questo riguarda il finale, secondo me un po’ precipitoso. 

L’evoluzione di Riccardo appare leggermente irrealistica nelle modalità in cui si evolve: assistiamo fin dall’inizio alla caratterizzazione di un personaggio concreto e, per la maggior parte della storia, estremamente fedele a sé stesso, fedeltà che però nella parte conclusiva viene un po’ a mancare.

Possiamo provare a credere in una risoluzione di questo tipo, ma agli occhi di uno spettatore che per 90 minuti ha imparato a conoscere il protagonista la scelta sembra affrettata. 

 

Nonostante questo intoppo Il mio compleanno si rivela un film fresco, onesto, che porta con sé tutta quella “urgenza di raccontare” di chi, come Filippi, è agli esordi.

 

Non c’è retorica, non c’è pietismo, non c’è banalità: il regista riesce a cavalcare sapientemente le emozioni che è giusto trasmettere ostentatamente e quelle che invece è più funzionale restituire velatamente.

___

 

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