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Cosa ci hanno detto le nomination dei Golden Globe?

Un'analisi sulle implicazioni in chiave Oscar dei film nominati.

La pubblicazione delle nomination per i Golden Globe è stata seguita da pareri contrastanti.

 

In molti si sono stupiti per l’inclusione di Black Panther (primo cinecomic a essere candidato nella categoria Miglior Film - Drammatico nella storia di questa manifestazione) e per la contestuale esclusione di First Man.

C’è chi è rimasto deluso quando ha notato l’assenza di Dogman tra le pellicole concorrenti al Miglior Film in Lingua Straniera; in questa categoria è per certi versi inaspettata anche la mancanza di Cold War, premiato a Cannes e che prima della giornata di giovedì sembrava poter sbancare, sia qui che agli Oscar.

 

 



C’è stato però anche spazio per applaudire la doppia nomination di Amy Adams, sia per il ruolo di attrice non protagonista in Vice, sia per l’acclamata performance attoriale nella miniserie Sharp Objects, o per constatare il buon successo di The Favourite, che vede tutte le sue attrici principali (Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz) candidate nelle proprie rispettive categorie.

 

Con le feste natalizie alle porte, e la stagione dei premi ormai entrata nel suo periodo più “caldo”, è tempo di chiedersi a questo punto quali siano i favoriti, quali le possibili sorprese, e quanto di quel che sappiamo finora possa ritenersi valido anche nel discorso riguardante gli Oscar.

 

A tal proposito è utile ricordare che, nonostante spesso i Golden Globe siano visti come degli anticipatori di quanto poi accade anche nella notte degli Oscar, in realtà i due premi sono indipendenti tra di loro.

La giuria della HFPA, la commissione che assegna i Globe, è costituita da una novantina di giornalisti mentre l’Academy conta circa 7000 membri, rappresentati dalle varie componenti che lavorano effettivamente nell’industria cinematografica, e cioè attori, sceneggiatori, produttori, registi, montatori, e così via.

I due gruppi sono, quindi, diversi tra loro sia in termini numerici, sia nella loro composizione.

 

Inoltre, i Golden Globe differenziano tra film “comedy” e film drammatici anche sul lato attoriale, mentre non operano alcuna distinzione tra sceneggiature originali e non originali. 

 

 

 

 

 

Questi sono alcuni dei motivi alla base delle frequenti scelte diverse effettuate da queste due “giurie”.

Non è raro che attori vincitori ai Golden Globe non vengano poi neppure candidati agli Oscar: rimanendo in anni recenti, è capitato la scorsa edizione a James Franco per The Disaster Artist e in quella prima ad Aaron Taylor-Johnson per Animali Notturni.

 

In generale, le indicazioni che provengono dai Golden Globe vanno interpretate con attenzione, in chiave Oscar, sapendo che una certa parte delle nomination, e delle vittorie, tende a cambiare tra le due manifestazioni, talvolta in maniera anche abbastanza netta.

 

Detto ciò, però, dalle nomination di giovedì è comunque possibile e doveroso ricavare dei segnali che a questo punto possono farci dedurre con un ragionevole grado di fiducia alcune possibili indicazioni per gli Oscar

 

 

 

 

 

Black Panther sembra trovarsi nelle perfette condizioni per strappare una nomination anche da parte dell’Academy, ad esempio.

Se ne parla ormai da mesi, e questa ulteriore certificazione arrivata dai Globe non fa altro che avvalorare tale previsione.

 

In questo momento, un film capace di coniugare un certo messaggio sociale con un forte incasso di botteghino pare essere proprio ciò che Hollywood stava aspettando. C’è chi, a questo punto, si spinge a dire che possa anche vincere qualcosa.

Per fare previsioni del genere è prematuro, ma non sembra un’ipotesi del tutto azzardata.

 

Tra le conferme, ROMA, A Star is Born, The Favourite, Vice, Green Book, BlacKkKlansman sembrano tutti film che possono facilmente riuscire a entrare in lizza per il Miglior Film.

Si tratta dei “titoli forti” di quest’anno, che con grosse probabilità ritroveremo candidati in più categorie.

Tra questi, Green Book, Vice e ROMA sono anche gli unici ad aver ottenuto una nomination sia alla regia che alla sceneggiatura e per questo vanno considerati, di diritto, i favoriti nelle loro categorie ai Golden Globe.

 

A tal proposito va infatti ricordato che, differentemente dagli Oscar, ai Globe tutti i membri determinano le nomination di tutte le categorie.

Questo aumenta ulteriormente le chances di film candidati in più settori di portare a casa premi, perché implicano indirettamente un apprezzamento più diffuso e generalizzato nell’ambito della giuria. 

 

 

 



Per il resto, dal momento che l’HFPA non opera una distinzione tra sceneggiature originali e non originali, le informazioni da ricavare in questa categoria sono abbastanza rilevanti: la competizione è qui più complicata, in quanto gli slot disponibili sono dimezzati.

Ciò significa che chi è riuscito a essere nominato ai Globe con grossa probabilità bisserà tale candidatura agli Oscar.

 

Sul fronte delle esclusioni, l’assenza di First Man rischia di essere significativa.

Si tratta di un film che ha avuto una grossa cassa di risonanza, girato da un regista salito ormai da un po’ agli onori della cronaca e con una star come Ryan Gosling: tutti elementi che normalmente piacciono molto ai Globe, tendenzialmente più inclini a nominare e far vincere i grandi nomi di Hollywood, e i titoli più mediatici.

Un’esclusione qui, dunque, pare presagire un destino simile agli Oscar

 

 

 

 

Per quanto riguarda la corsa al Miglior Film in Lingua Straniera, Dogman ha ancora delle possibilità di essere candidato agli Oscar, ma è chiaro che l’assenza dalla lista dei Globe potrebbe rappresentare un’indicazione sfortunatamente negativa per il film rappresentante l’Italia.

Prima di giovedì si parlava di Cold War potenzialmente candidato, dall’Academy, anche in altre categorie (in particolare alla regia) - certo è che l’esclusione dai Globe pare frenare per il momento tali ambizioni, anche se però non vanno del tutto messe da parte, anzi. 

 

Infine, tra gli attori, lo split tra le categorie “comedy” e “drama” storicamente non ci aiuta particolarmente nel comprendere quali siano le tendenze in chiave Oscar, tanto più che spesso i frontrunner si trovano a gareggiare, ai Globe, in categorie diverse.

 

 

 

 

 

È quel che è accaduto anche quest’anno, con Rami Malek e Christian Bale.

In tal senso, i SAG Awards (Screen Actors Guild Awards) saranno maggiormente affidabili per individuare un vero favorito tra i due.

Le categorie degli Attori non Protagonisti, tuttavia, non vanno incontro a questo problema, e quindi un’eventuale vittoria di Amy Adams, che pare al momento probabile, potrebbe essere foriera anche di un bis agli Oscar.

 

Staremo a vedere, dunque.

Il calendario della stagione degli Oscar entra nel vivo.

 

 

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