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November - Recensione: l'orrore dall'Estonia - RNFF 2018

Bianco e nero, fango, sangue, livore, stregoneria 

David Lynch, Béla Tarr, forse persino Wes Anderson. 

 

 

Una cosa ce la insegna November, il film di Rainer Sarnet presente al Ravenna Nightmare Film Festival: che i sentimenti umani sono i medesimi fra i vari stati, i tempi, e persino fra il mondo della realtà e quello del folklore.  

 

 

 

Immaginatevi un essere composto da un teschio, dei rami, degli strumenti agricoli che rotola cigolando verso una stalla, apre una porta: c'è una mucca.

 

Dettaglio su uno dei bracci della creatura, è una falce, primo piano del muso spaventato della mucca, la lama scatta e aggancia la catena del bovino, riparte a rotolare cigolante verso l'esterno della stalla trascinando con forza l'animale, si muove sul suo asse e i tre bracci cominciano a roteare, si alza in volo, la mucca è sospesa.

 

Si apre così questo film estone, e non è finita qui, ma lascio scivolare la vostra immaginazione.

 

Quella creatura è un Kratt, un servitore animato da un potere maligno in cambio di tre gocce di sangue.

 

In un paesino dell'Estonia del XIX secolo i suoi abitanti devono superare l'inverno, la peste, la venuta del diavolo in persona.

In una nazione fieramente atea come l'Estonia il regista ci dimostra però il paradossale proliferare di credenze di ogni sorta.

 

 

 


Per raggiungere i propri obiettivi affettivi e istintuali Liina, una ragazza, è disposta a tutto, anche ad attraversare enormi distanze nel corpo di un lupo ogni notte.

Vuole che Hans la voglia. 

 

Scende la peste e ha il volto di una donna, l'ostia consacrata viene pragmaticamente utilizzata come amuleto portafortuna per essere più certi di colpire il bersaglio, impastata ad un proiettile.

Spiriti di antenati sotto forma di giganteschi polli si lavano in una sauna.

Potrei continuare a lungo.

 

Quello che conta è che livore, gelosie, infatuazioni attecchiscono ovunque vi sia un essere umano senziente, anche nella fangosa cittadina di November; ottenere quello che si vuole significa essere disposti a trattare con chiunque. Faust ce lo insegnò bene.

 

Quello che non lascerà mai la mente dello spettatore del film sono, certo, la bizzarria dei fatti rappresentati, ma in special modo la fotografia che li dispone e illumina: uno straordinario bianco e nero di una nitidezza rara, un'illuminazione mai paga di controluci che ammanta ogni cosa di un alone che riluce.

Illuminazione teatrale, sensazionalistica, senza peró diventare pacchiana.

Primi piani e smorfie contratte klimoviane e commento musicale, ora rockeggiante, ora etnico, che confonde il giudizio di chi assiste a questa sciarada di stregoneria, black humour e sporco romanticismo.  

 

Pensate alle fiabe originali dei Fratelli Grimm, alla loro grottesca drammaticità: ninne nanne in confronto a ciò che in Estonia raccontano ai bambini.

 

Senza dubbio il film più interessante che abbia visto al Ravenna Nightmare Film Festival fino ad ora.

 

[Cinefacts.it è Media Partner del Ravenna Nightmare Film Festival]

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6 commenti

Sebastiano Miotti

5 anni fa

Grazie Alex!

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Sebastiano Miotti

5 anni fa

Lo è. Torna a farmi sapere!

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Stanley K.

5 anni fa

Ricevuto, grazie 😁

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Drugo

5 anni fa

Ok👍👍

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Sebastiano Miotti

5 anni fa

Cercando per bene. Non è così di nicchia come si possa pensare.
Non posso dirti di più

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Sebastiano Miotti

5 anni fa

Cercando per bene. Non è così di nicchia come si possa pensare.
Non posso dirti di più

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